Congresso SIE - Scubamonitor

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Congresso SIE

About
 
Congresso congiunto AIOL-SItE, Ancona, 17–20 Settembre 2007

P2.44 – Confronto tra metodi non distruttivi per lo studio dei popolamenti epibentonici di fondo duro
CERRANO CARLO_()), GIOVANNELLI DONATO†, PICA DANIELA†, ROCCHETTI LAURA†, ROSSI GIANFRANCO†, DI CAMILLO CRISTINA GIOIA†, VALISANO LAURA_, PONTI MASSIMO‡
_ Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse, Università di Genova, C.so Europa 26, Genova, Italia
† Dipartimento di Scienze del mare, Università Politecnica delle Marche, Via Brecce Bianche, Ancona, Italia
‡ Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali in Ravenna, Università di Bologna, Via S. Alberto 163, 48100
Ravenna, Italia
cerrano@dipteris.unige.it

I popolamenti di fondo duro possono essere studiati con diversi metodi di campionamento non invasivi. Essi differiscono per la risoluzione tassonomica e spaziale, per lo sforzo necessario nel campionamento, nella successiva analisi e per i limiti d’applicabilità. Nell’ambito del corso di Metodologie Scientifiche Subacquee, gli studenti hanno confrontato tre metodi per l’analisi delle differenze tra i popolamenti di due pareti rocciose di Marina di Camerota: l’analisi del ricoprimento percentuale in quadrati di 50x50 cm, della presenza/assenza di taxa predefiniti in
quadrati di 50x50 cm, il ricoprimento percentuale mediante fotografie 15x20 cm. Il campionamento è stato condotto in due siti per ciascuna parete e a tre profondità
( 10, 20, 30 m), con un numero variabile di repliche a parità di sforzo di campionamento. Tutti i metodi consentono di evidenziare un’elevata eterogeneità dei popolamenti a piccola scala spaziale, ma solo il metodo fotografico, grazie all’elevato numero di repliche, evidenzia dei pattern distributivi. Il rilievo diretto, teoricamente più accurato, richiede una buona conoscenza tassonomica da parte
degli operatori ed un elevato tempo di esecuzione in immersione, mentre il campionamento fotografico mostra limiti tassonomici e un elevato tempo di elaborazione a terra. L’applicazione di tali metodiche richiede adeguate capacità di riconoscimento degli organismi marini, non sempre acquisibili in modo adeguato nei corsi di studio di biologia marina.

Foto di Carlo Cerrano e Massimo Ponti 

 
 
 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu