Grazie all’elevata eterogeneità ambientale che creano, mantengono anche un’elevata biodiversità nel biota associato a tali costruzioni.
In Mediterraneo solo la specie S. alveolata costruisce formazioni di notevole dimensioni.
In Italia sono conosciute le formazioni del golfo di Napoli, del Conero, e del Lazio.
In Liguria sono quasi completamente scomparse
Il coralligeno
Il termine coralligeno fu coniato da Marion verso la fine dell’800 per indicare formazioni calcaree algali nelle cui cavità si trovava spesso il Corallium rubrum, che si riteneva potesse originare da tali anfratti.
In realtà con il termine “coralligeno” si intende un substrato duro secondario formato dal concrezionamento di talli algali, e in misura minore dal contributo di scheletri di animali.
Il coralligeno è costituito da un numero elevato di specie di alghe coralline delle famiglie Coralinacee e Peysonelliacee i cui talli possono dare origine a formazioni di diversi metri di spessore.
Animali a scheletro carbonatico assumono un ruolo non di secondo piano nella strutturazione: foraminiferi, briozoi, serpulidi, sclerattinie, spugne, crostacei, gorgonie contribuiscono alla sua complessità.
Il coralligeno è stato originariamente descritto come appartenente alla fascia circalitorale.
La profondità dei banchi coralligeni è molto variabile, a seconda della trasparenza dell'acqua e dalla topografia del substrato, raggiungendo anche i 130 m di profondità (Mediterraneo orientale). Nel suo aspetto più tipico si trova intorno ai 20-25 e 60 metri, nel Mediterraneo occidentale.
Questa biocenosi ha necessità ben precise:
-luminosità ridotta,
-temperatura bassa e relativamente costante,
-moderata velocità di sedimentazione.
La crescita è normalmente molto lenta (meno di un mm/anno) e un’eccessiva velocità di sedimentazione ne determina la morte per infangamento.
Fattori limitanti sono:
-un idrodinamismo troppo violento,
-una sedimentazione e torbidità eccessiva.
La biodiversità del coralligeno
I coralligeno rappresenta un elemento di grande complessità strutturale ed ecologica.
La complessità nasce dalla presenza di numerosi anfratti, cavità di varie dimensioni che rappresentano ambienti favorevoli e diversificati per faune sciafile e cavitarie.
Le numerose cavità che si creano ospitano specie di profondità e specie tipiche di fondi incoerenti che occupano gli spazi riempiti dal sedimento.
Nell’ ambiente coralligeno si sviluppano numerosi microhabitat con diverso grado di idrodinamismo, luce e sedimentazione, che supportano numerose forme biologiche.
Il ruolo degli organismi cavitari e di riempimento è importante, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche funzionale (alta biodiversità e produttività).
Gli organismi perforatori come i Poriferi o i molluschi contribuiscono a creare, ad amplificare la complessità e la grande biodiversità del coralligeno realizzando cavità e buchi.
Per esempio in 333 cavità lasciate libere dal Pholas dactylus sono state individuate 32 specie tra molluschi, crostacei e policheti. Nelle gallerie riempite di sedimento fine sono state rinvenute specie caratteristiche di fondi mobili (soprattutto molluschi).
Alcune specie prediligono anche un certo tipo di orientamento delle gallerie (orizzontali o verticali). Nelle microcavità prodotte dai poriferi è facile ritrovare altre spugne insinuanti o idrorize di resistenza di idroidi.