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Poriferi

 
 
I poriferi sono organismi con una struttura tissutale estremamente semplice. 
 
 
Classificazione

Esistono circa 10000 specie di spugne appartenenti a quattro classi diverse:
Demospongiae: comprendono più del 90% delle specie, hanno spicole silicee o fibre di spongina o una combinazione delle due.
Calcispongiae: hanno spicole calcaree e sono solitamente di piccole dimensioni.
Hexactinellida o Hyalospongiae: comunemente conosciute come spugne silicee o vitree.
Sclerospongiae: poche specie molto specializzate.
 
 

Alimentazione

La nutrizione delle spugne avviene attraverso la circolazione dell’acqua spinta da flagelli presenti sulla superficie di cellule specializzate chiamate coanociti. Poiché non sarebbe vantaggioso filtrare più volte la stessa acqua, questa viene assunta da numerosi pori chiamati Osti e viene espulsa attraverso aperture più grandi chiamate Osculi. I Poriferi non presentano un vero e proprio apparato digerente quindi sono privi di cavità corporee appositamente strutturate. Essi sono semplicemente dei filtratori i cui scambi gassosi avvengono per diffusione all’interno delle singole cellule.
 
 
Le spugne sono filtratori attivi, esse filtrano l'acqua per mezzo di ciglia che muovono in maniera sincrona. Tale movimento consente all'acqua di attraversare il loro corpo e di circolare al loro interno anche in ambienti a scarso idrodinamismo, come ad esempio quello delle grotte. In questi ambienti, fra gli organismi sessili, solamente quelli in grado di filtrare attivamente l'acqua possono sopravvivere. Un esempio interessante di spugne che si possono trovare sia all'esterno che dentro le grotte è quello di Petrosia ficiformis. Essa presenta un corpo particolarmente duro e vive in simbiosi con alcune alghe che ne determinano anche la colorazione. All'interno delle grotte Petrosia si presenta completamente bianca; ciò è dovuto alla mancanza di luce che non consente alle alghe di sopravvivere. Spesso associata a Petrosia è possibile trovare la Vaccarella di mare (Discodoris atromaculata), un nudibranco che si ciba proprio di tale spugna.
 
 
Riproduzione

Come tutti gli organismi a bassa complessità, oltre che per via sessuale, le spugne hanno la capacità di riprodursi anche in maniera asessuale. Questa caratteristica è ben conosciuta anche dai pescatori di spugne, essi, infatti, quando raccolgono spugne di scarso valore commerciale le frantumano rigettandole in acqua. Con questa azione permettono ai frammenti di spugna di rigenerare nuove spugne che potrebbero acquisire maggior valore in seguito.
Anche le spugne hanno un loro apparato scheletrico, questo è costituito da spicole calcaree o silicee che si distribuiscono lungo tutto il corpo determinandone spesso la consistenza.

 
 
Alcune Aplysine forniscono un esempio di bioconversione metabolica indotta da metaboliti difensivi prodotti in seguito a ferite. I prodotti di queste biotrasformazioni possiedono forti proprietà antibatteriche proteggendo la spugna da eventali infezioni batteriche.


Alcuni suggerimenti per riconoscerle:
Come dice il nome stesso solitamente hanno una consistenza spugnosa intesa come non dura o fragile, a volte gelatinose.
Presentano aperture ben visibili (gli osculi).
Se toccate non reagiscono
Si presentano in un gamma di forme e di colori diversi.
Alcune sono sferiche, ma la maggior parte hanno forme irregolari.
Possono anche essere incrostanti o dure.

 
 
 
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