Foto centro: Fin dai primi metri di profondità le pareti presentano una fitta ricopertura del madreporarario Astroides calicularis
Foto dx: Fitti ventagli di Paramuricea clavata rivestono le pareti dei fondali di Marettimo
Nella fascia del circalitorale sono presenti aree di coralligeno con fitte popolazioni di cnidari, poriferi, briozoi, anellidi. In particolare spicca la presenza di numerosi ventagli di Paramuricea clavata che formano un paesaggio, a prima vista di colore scuro bluastro, che si accende di una varietà di colori incredibile di fronte alla luce di una torcia. Il bianco dei numerosi polipi aperti delle gorgonie risalta sullo sfondo rosso delle ramificazioni della colonia. Questo spettacolare paesaggio è interrotto da tratti ancora più colorati dove risplende l’arancione delle madrepore coloniali Astroides calicularis, affiancate da spugne rossastre incrostanti e briozoi, soprattutto ciuffi di Sertella septentrionalis altrimenti conosciuta come pizzo di mare.
Le antenne di un'aragosta al centro di una parete rivestita di L'alga Caulerpa racemosa, originaria del Mar Rosso (specie
Astroides calicularis lessepsiana) è stata segnalata per la prima volta in Mediterraneo
nel 1950.
Purtroppo anche questi habitat, a prima vista apparentemente incontaminati, presentano alcuni segnali di un degrado che accomuna oggi gran parte delle aree dell’ambiente costiero del litorale della nostra penisola.
Quasi ovunque è presente l’alga Caulerpa racemosa che ha colonizzato i fondali sia a profondità medio-basse che a quelle più elevate. Il controllo dello sviluppo di questi vegetali di origine tropicale è un compito che dovrebbe interessare tutti coloro che in qualche modo hanno la possibilità di effettuarlo, sia che si tratti di ricercatori o operatori di diving fino ai subacquei, che qui si immergono per apprezzare la bellezza di questi fondali.
Gorgonie (Paramuricea clavata) quasi completamente Quello che all'apparenza può sembrare vegetazione sono in raltà
rivestite di alghe ed altri epifiti idrozoi dei cui polipi si cibano nudibranchi come Cratena peregrina
Foto a sx: Le reti da pesca costituiscono una delle numerose minacce all'integrità dei posidonieti
Foto centro: Colonia di Eunicella cavolini ricoperta da alghe
Foto dx: La migrazione di specie come i pesci pappagallo, provenienti dai mari tropicali, rappresenta uno dei segnali del
riscaldamento in atto del Mediterraneo
In alcune zone sono particolarmente evidenti le morie di gorgonie che hanno interessato in primo luogo quelle a minore profondità, dove gran parte delle ramificazioni sono ormai completamente ricoperte da alghe o altri organismi parassiti.
Questi segnali non vanno assolutamente ignorati se si vuole proteggere e conservare un patrimonio di così alto valore per le generazioni attuali e soprattutto quelle future.
Recentemente alcuni pescatori di Marettimo hanno osservato in alcune zone attorno all’isola la presenza di alcuni esemplari di foca monaca. Questa specie che i locali chiamano “mammarino” è il mammifero più raro in tutto il Mediterraneo. La sua ricomparsa va sostenuta al pari di tutte le altre specie che popolando i fondali marini. Infatti anche se queste ultime hanno un impatto minore, da un punto di vista emotivo, sulla popolazione umana, esse hanno comunque un ruolo della medesima importanza nel mantenimento della biodiversità in toto dell’intera Area Marina Protetta.
Foto sx: La limpidezza delle acque consente una visibilità di decine di metri
Foto centro: Popolamenti, dal caratteristico colore arancio vivo, del madreporario Astroides calicularis
Foto a dx: Il paguro Bernardo (Dardanus sp) ricoperto di attinie (prevalentemente Calliactis parasitica)