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Area Marina Protetta Isole Egadi

Pubblicato da Scubamonitor in Mediterraneo · 16/6/2010 11:16:00
Tags: Marettimo

L’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, istituita nel 1991 ed attualmente la più estesa in Europa, è costituita dalle isole di Favignana, Levanzo e Marettimo oltre agli scogli di Maraone e Formica. I fondali delle isole dell’intero arcipelago siciliano si caratterizzano per le estese praterie di posidonie che dominano quasi ovunque il paesaggio marino sommerso. L’eccezionale limpidezza delle acque favorisce la crescita della Posidonia oceanica anche a profondità molto elevate che superano i 30/40 metri. Dove non compare posidonia, in particolare nelle pareti che degradano dolcemente, si assiste ad un ricoprimento algale fittissimo che offre habitat differenziati in grado di ospitare una grande varietà di popolamenti animali sia fotofili che sciafili.

       
  Foto sx: Asparagopsis sp. L'alga Asparagopsis armata è un esempio di introduzione di una specie invasiva nel Mediterraneo.  
  Apparsa la prima volta nel 1923 ha una probabile provenienza australiana
  Foto centro: Fin dai primi metri di profondità le pareti presentano una fitta ricopertura del madreporarario Astroides calicularis
  Foto dx: Fitti ventagli di Paramuricea clavata rivestono le pareti dei fondali di Marettimo

Nella fascia del circalitorale sono presenti aree di coralligeno con fitte popolazioni di cnidari, poriferi, briozoi, anellidi. In particolare spicca la presenza di numerosi ventagli di Paramuricea clavata che formano un paesaggio, a prima vista di colore scuro bluastro, che si accende di una varietà di colori incredibile di fronte alla luce di una torcia. Il bianco dei numerosi polipi aperti delle gorgonie risalta sullo sfondo rosso delle ramificazioni della colonia. Questo spettacolare paesaggio è interrotto da tratti ancora più colorati dove risplende l’arancione delle madrepore coloniali Astroides calicularis, affiancate da spugne rossastre incrostanti e briozoi, soprattutto ciuffi di Sertella septentrionalis altrimenti conosciuta come pizzo di mare.

    
   Le antenne di un'aragosta al centro di una parete rivestita di    L'alga Caulerpa racemosa, originaria del Mar Rosso (specie 
  Astroides calicularis                                                                lessepsiana) è stata segnalata per la prima volta in Mediterraneo 
                                                                                              nel 1950. 
                                                                                     
Purtroppo anche questi habitat, a prima vista apparentemente incontaminati, presentano alcuni segnali di un degrado che accomuna oggi gran parte delle aree dell’ambiente costiero del litorale della nostra penisola.
Quasi ovunque è presente l’alga Caulerpa racemosa che ha colonizzato i fondali sia a profondità medio-basse che a quelle più elevate. Il controllo dello sviluppo di questi vegetali di origine tropicale è un compito che dovrebbe interessare tutti coloro che in qualche modo hanno la possibilità di effettuarlo, sia che si tratti di ricercatori o operatori di diving fino ai subacquei, che qui si immergono per apprezzare la bellezza di questi fondali. 
 
  
  Gorgonie (Paramuricea clavata) quasi completamente             Quello che all'apparenza può sembrare vegetazione sono in raltà   
  rivestite di alghe ed altri epifiti                                               idrozoi dei cui polipi si cibano nudibranchi come Cratena peregrina 
 
            
                                                                                               

      
  Foto a sx: Le reti da pesca costituiscono una delle numerose minacce all'integrità dei posidonieti
  Foto centro: Colonia di Eunicella cavolini ricoperta da alghe
  Foto dx: La migrazione di specie come i pesci pappagallo, provenienti dai mari tropicali, rappresenta uno dei segnali del 
   riscaldamento in atto del Mediterraneo
In alcune zone sono particolarmente evidenti le morie di gorgonie che hanno interessato in primo luogo quelle a minore profondità, dove gran parte delle ramificazioni sono ormai completamente ricoperte da alghe o altri organismi parassiti.
Questi segnali non vanno assolutamente ignorati se si vuole proteggere e conservare un patrimonio di così alto valore per le generazioni attuali e soprattutto quelle future. 
Recentemente alcuni pescatori di Marettimo hanno osservato in alcune zone attorno all’isola la presenza di alcuni esemplari di foca monaca. Questa specie che i locali chiamano “mammarino” è il mammifero più raro in tutto il Mediterraneo. La sua ricomparsa va sostenuta al pari di tutte le altre specie che popolando i fondali marini. Infatti anche se queste ultime hanno un impatto minore, da un punto di vista emotivo, sulla popolazione umana, esse hanno comunque un ruolo della medesima importanza nel mantenimento della biodiversità in toto dell’intera Area Marina Protetta.

       
   Foto sx: La limpidezza delle acque consente una visibilità di decine di metri
   Foto centro: Popolamenti, dal caratteristico colore arancio vivo, del madreporario Astroides calicularis  
   Foto a dx: Il paguro Bernardo (Dardanus sp) ricoperto di attinie (prevalentemente Calliactis parasitica
                                                    





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