Un momento magico, catturato dal biologo marino Alexander Semenov, mostra l’eleganza degli angeli di mare durante il loro intimo momento del rito dell’accoppiamento.
Gli angeli di mare sono piccoli molluschi planctonici, dal corpo trasparente, appartenenti alla famiglia Clionidae, noti scientificamente come Clione limacina. Il video mostra una coppia nelle acque di Novaya Zemlya, un arcipelago nell'Oceano Artico, nella Russia settentrionale.
Questi organismi sembrano galleggiare nell'aria, lentamente, agitando le ali.
È difficile immaginare che il corpo etereo e traslucido di un angelo di mare si sia evoluto da un'antica lumaca.
Gli esemplari di Clione limacina sono ermafroditi proterandri, ovvero gli individui producono sia gameti maschili sia femminili ma i primi maturano prima di questi ultimi.
Quando due angeli di mare si incontrano in una distesa d'acqua infinita, essi fanno uscire gli organi della copulazione e, con l'aiuto di una ventosa, si attaccano alla parete del corpo del partner. Ciò assicura che rimangano insieme durante tutto il processo, che può durare ore.
L’attaccamento lascia anche una piccola cicatrice. Questo marker permanente può dire agli scienziati quanti partner hanno avuto durante la vita (spesso di circa un anno o due). Di solito, non più di quattro partner.
Una volta congiunti, gli angeli di mare sembrano danzare. Una danza di accoppiamento pacifica e affascinante.
Quando il momento più importante nella vita è terminato, la coppia comincia a ruotare in una spirale, descrivendo un raggio crescente per interrompere l’accoppiamento.
Una scoperta, pubblicata su Scientific Reports, “The giant deep-sea octopus Haliphron atlanticus forages on gelatinous fauna,” mostra le prime osservazioni di questo sfuggente polpo gigante pelagico, con una sorprendente scelta riguardo alla preda: una medusa!
Circa tre metri di lunghezza, nero brillante con un appendice rosa e carnosa, sembra le viscere di un alieno in un cattivo film horror, si tratta di una teredine gigante. L'organismo, che vive nel fango con la testa in giù, in un tubo a forma di zanna, trovato vivo per la prima volta, anche se la sua esistenza era conosciuta da secoli.
A causa della mancanza di conchiglie è stato difficile studiare i cefalopodi nei reperti fossili. Ora un nuovo studio, condotto da ricercatori dell'Università di Bristol, per far luce sulle loro origini, ha mostrato come queste straordinarie creature si siano evolute confrontando i reperti fossili con la cronistoria evolutiva nelle loro sequenze di geni.
Scoperto dai ricercatori del Monterey Bay Acquarium Research Institute (MBARI) il modo in cui si alimentano i calamari vampiro (Vampyroteuthis infernalis).Un nuovo studio del MBARI mostra per la prima volta che, a differenza dei suoi consimili, i polpi e i calamari, che mangiano prede vive, il calamaro vampiro usa due filamenti filiformi per catturare frammenti di detrito organico che cade dalla superficie oceanica nel mare profondo.
I segnali nella comunicazione intraspecifica dovrebbero essere naturalmente corretti, altrimenti il sistema è soggetto a collassare. La teoria prevede, comunque, che sistemi di segnalazione leali possano essere soggetti ad eventuali trucchi, la cui entità viene in gran parte mediata dal timore di rappresaglie.
Animali come le seppie e i polpi possono rapidamente cambiare colore per confondersi con lo sfondo e attrarre i potenziali compagni. Ma esiste un solo problema: per quanto sappiamo, essi non possono vedere a colori.
Uno studio, pubblicato su Current Biology, fornisce una prova significativa che le popolazioni di cefalopodi stanno aumentando a livello globale, indicando che questi invertebrati, importanti sia dal punto di vista ecologico, sia commerciale, possono aver tratto beneficio dai cambiamenti in atto negli ambienti oceanici.
I ricercatori dell’Università del Queensland (Australia) hanno fatto un notevole passo avanti nella ricerca di nuovi farmaci per combattere il dolore a partire dal veleno di conchiglie del genere Conus.
Pubblicato da
Scubamonitor in
Molluschi · 17/2/2016 18:50:00
Quale eccellente esempio di convergenza evolutiva, gli scienziati dell’Università di Baltimora sono riusciti per la prima volta a descrivere, in modo dettagliato, il movimento delle ali delle farfalle di mare (Limacina helicina ), appartenente ai Tecosomata, un sott’ordine di molluschi Opistobranchi.