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La simbiosi con un’alga (Symbiodinium thermophilum) recentemente scoperta potrebbe essere la chiave per la sopravvivenza delle scogliere coralline

Pubblicato da Scubamonitor in Simbiosi · 13/5/2016 17:11:00
Tags: cambiamenticlimaticievoluzionebiodiversità

Studi sulla partnership simbiotica tra il corallo ospite e le loro alghe simbionti negli ambienti dei reef corallini più caldi del mondo - il Gofo Persico e Arabico (PAG) e mari limitrofi - hanno portato gli scienziati a concludere che la selezione naturale della biodiversità esistente nei reef, sarà la chiave per facilitare un rapido adattamento di tali ecosistemi ai cambiamenti climatici.
Le comunità coralline del Golfo Persico/Arabico (PAG) tollerano livelli di salinità elevati e temperature estive massime superiori ai 35°C che ucciderebbero specie simili altrove. A causa della formazione recente del PAG e il suo susseguente passaggio a un clima caldo, questi coralli hanno avuto solo meno di 6000 anni per adattarsi a queste condizioni estreme e possono quindi fornire informazioni su come i reef corallini possono rispondere al riscaldamento globale.
Una chiave della sopravvivenza dei coralli nei reef più caldi del mondo è la simbiosi con un alga recentemente scoperta: Symbiodinium thermophilum. Attualmente non si sa se questo simbionte sia originato altrove o sia emerso da una improvvisa rapida evoluzione catalizzata dall’ambiente estremo. Analizzando la diversità genetica delle alghe simbiotiche lungo più di 5000 km del PAG, il Golfo dell’Oman e le coste del Mar Rosso gli autori dello studio hanno mostrato che Symbiodinium thermophilum è un membro di un antico gruppo altamente diverso di simbionti distribuiti al di fuori del PAG. Secondo gli autori l’adeguamento allle estreme temperature dei coralli del PAG è stato facilitato dalla positiva selezione di simbionti preadattati.
La scoperta evidenzia l’importanza di proteggenre la biodiversità esistente allo scopo di conservare il pool di genotipi potenzialmente tolleranti lo stress il più ampio possibile. Questo favorirebbe un più rapido adattamento ai cambiamenti climatici odierni, non solo per le scogliere coralline ma per tutti gli ecosistemi in generale.

Foto credit: Marco Boncompagni



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