comunità - Scubamonitor Blog - Scubamonitor

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

La Twilight Zone oceanica potrebbe alimentare l’intero pianeta, ma a quali costi?

Pubblicato da Scubamonitor in Oceani · 12/7/2016 11:41:00
Tags: retialimentaricomunitàmesopelagicheclima
La vita nella twilight zone costituisce un enorme fonte potenziale di cibo e acidi grassi omega 3, in grado di sfamare la popolazione mondiale.  
Essa si trova, però, in una specie di “acqua di nessuno”, dove non esistono regole per la pesca. La mancanza di comprensione dei processi biologici in questa zona, costituisce un fattore critico per valutare la resilienza della comunità e quindi sviluppare strategie di management sostenibili; questo rende impossibile stimare con accuratezza la pressione di pesca che gli stock ittiici possono sostenere. 
Un gruppo di ricerca internazionale ha stimato lo scorso anno che la cosiddetta twilight zone (da 200 a 1000 metri di profondità), mantiene comunità di pesci, calamari e crostacei la cui biomassa oltrepassa di molto tutta la corrente attività di pesca. Inoltre, si stima che nella twilight zone, ci siano più di un milione di specie non ancora descritte. Secondo lo studio, la twilight zone contiene fino al 90% della biomassa totale di pesci in assoluto. Ci sono talmente tante creature che, se le stime tengono, sarebbe equivalente a 1,3 tonnellate di biomassa di pesci per persona sulla terra, escludendo calamari e krill.
Per poter definire i limiti di uno sfruttamento sostenibile di queste comunità è necessaria una conoscenza di base di tutto, dalla biologia di popolazione e controllo nel successo del reclutamento, al suo ruolo nelle reti alimentari e nella regolazione del clima. 
Queste comunità forniscono cibo per altre specie, come tonni e squali, ma la loro importanza nelle reti alimentari non è stata ancora valutata.
Inoltre la comunità mesopelagica ha un importante ruolo nella regolazione del clima. Durante la loro migrazione giornaliera negli strati più alti per alimentarsi le specie mesopelagiche si cibano di fitoplancton ma rilasciano carbonio in profondità. Il risultato è un meccanismo addizionale per un rapido trasporto del carbonio dall’atmosfera negli oceani, riducendo il contributo della CO2 al riscaldamento globale. 

Materiali modificati da: http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=162249&CultureCode=en
Front. Mar. Sci., 17 March 2016 | http://dx.doi.org/10.3389/fmars.2016.00031
Full bibliographic informationSt. John MA, Borja A, G Chust, Heath M, Grigorov I, Martin AP, Serrão Santos R and P Mariani (2016). A Dark Hole in our Understanding of Marine Ecosystems and its Services: Perspectives from the mesopelagic community, Front. Mar. Sci. 3:31. doi: 10.3389/fmars.2016.00031




Torna ai contenuti | Torna al menu