Un gruppo di ricerca dell’Università di Tel Aviv, attraverso il sequenziamento del genoma, ha scoperto che i mixozoa, un gruppo differenziato di microscopici parassiti che infettano vertebrati e invertebrati, sono in realtà cnidari altamente degenerati.
Nonostante i radicali cambiamenti nella struttura del corpo e del genoma, nel corso di milioni di anni, i mixozoa hanno conservato alcune delle caratteristiche basilari delle meduse, inclusi i geni essenziali responsabili delle punture delle meduse. I mixozoa hanno dimensioni microscopiche – solo poche cellule che misurano da 10 a 20 micron di diametro – e quindi i biologi ritenevano che essi fossero organismi a singole cellule. Ma sequenziando il loro DNA i ricercatori hanno scoperto il genoma di un animale marino macroscopico estrememente strano.
La scoperta del drammatico cambiamento da macroscopici animali marini a microscopici parassiti è interessante di per sé, ma potrebbe avere anche applicazioni commerciali, visto che i mixozoa infestano stock di pesca commerciali come la trota e il salmone.
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Le scogliere coralline sono spesso paragonate alle foreste tropicali per la loro elevata biodiversità ma hanno molto altro in comune, ad esempio il meccanismo di utilizzo delle radiazioni solari.
Si sa che uno degli effetti più importanti esercitati dall’aumento dell’acidità degli oceani riguarda la dissoluzione degli scheletri di organismi dotati di strutture a base di carbonato di calcio. Un nuovo studio seguendo la medesima pratica adottata dall’uomo per far fronte ai problem di iperacidità ha valutato l’assunzione da parte degli oceani di sostanze antiacide.
Numerosi studi hanno documentato una riduzione della calcificazione in tutti iprincipali sistemi di reef corallini. Nella GBR Australiana la calcificazione dei reef è crollata del 40% in solo tre decadi.
Una ricerca della James Cook University ha prodotto risultati inattesi. Gli scienziati hanno scoperto che le femmine degli squali pinna nera e i loro piccoli, contrariamente a quanto si pensava, rimangono vicino a riva per periodi di tempo molto lunghi, mentre gli adulti arrivano solo durante il periodo dell’accoppiamento.
Un rivestimento a base di un polimero ecosostenibile inibisce l’accumulo di batteri e organismi marini.
Studiando embrioni di squali dalle spalline (Hemiscyllium ocellatum) in fase di sviluppo, gli autori di uno studio australiano non hanno riscontrato differenze nella crescita e sopravvivenza in squali allevati secondo le condizioni di acidità correnti, verso quelli cresciuti in condizioni di acidità degli oceani previste per la fine di questo secolo.
Gli scienziati del Max-Planck-Institute for Marine Microbiology di Brema hanno scoperto che nelle simbiosi vermi-batteri alcuni microbi rimangono fedeli al loro ospite altri invece alla loro località.
Per collegare la biologia umana ai modelli biomedici dei pesci un gruppo di ricercatori ha sequenziato il genoma del luccio maculato (Lepisosteus oculatus ), il cui lignaggio iniziò a divergere da quello dei teleostei prima della duplicazione del genoma dei teleostei. Il genoma a lenta evoluzione del luccio ha conservato in contenuto e dimensioni molti cromosomi interi degli antenati vertebrati ossei.
Due ricercatori dell’University of Southern California hanno prelevato campioni d'acqua immediatamente dopo ogni episodio di bloom algale e hanno scoperto che la nuvola di microrganismi era tutt’altro che uniforme.
Una nuova ricerca della University of Faculty of Science British Columbia mostra che quando gli uomini accelerano processi evolutivi normalmente lenti, introducendo nuove specie, questo può determinare impatti durevoli nell’ecosistema.